È successo un incidente. Tre giovani si trovavano in un’auto. Erano di buon umore e l’autista era distratto. Ad un tratto, perde il controllo, la macchina va fuori strada e finisce la sua corsa contro un albero. Gli occupanti muoiono sul luogo dell’incidente.
Una scena terribile di vita quotidiana. Sul luogo dell’incidente c’è una grande agitazione: la polizia, i vigili del fuoco, i soccorritori e, come se non bastasse, gli spettatori e la stampa. In mezzo a tutto questo tumulto ci sono i genitori, avvisati dalla polizia. Chi si prende cura di loro? Appare immediatamente che si tratta di un caso per un incaricato di cura pastorale che ha ricevuto una formazione; infatti, non solo ci sono persone decedute, ma la sofferenza e il lutto sono anche entrati nelle case delle famiglie interessate.
Primi soccorsi per i famigliari
L’unica missione dell’incaricato pastorale sul posto è di essere presente per i famigliari. Ogni attenzione è ormai rivolta a loro, direttamente ed in modo esclusivo. Adesso bisogna ascoltare, mostrare compassione ed empatia. Un incaricato pastorale senza empatia è inconcepibile. Inizialmente, la sua missione più importante consiste nell’offrire uno spazio protetto alle persone interessate, nel fornire un sostegno. Lo shock e il panico hanno fatto la loro apparizione e questo cambia le persone fisicamente e psicologicamente. Ora serve calma, fiducia e una certa capacità d’azione. L’incaricato pastorale d’emergenza scrive le prossime fasi importanti e le spiega alle persone interessate. È disponibile a rispondere alle domande e rimane fino a quando arrivano altri famigliari, ma solo fino a quando riesce a sopportare la situazione da solo.
Non dimenticare sé stessi
Perché una cosa è certa: “La morte e la sofferenza non diventano mai routine”, spiega un sacerdote della Chiesa Neo-Apostolica che lavora volontariamente nella cura pastorale d’emergenza. Affinché non subisca danni durante tali interventi, ha in mente chiare sequenze d’azione che si incatenano: allarme – chiamare il centro di controllo – scelta del percorso - indossare le scarpe. Ciò che è anche interessante: dopo l’intervento, cambia vestiti deliberatamente, si lava le mani e documenta l’incidente. Quest’ultimo punto lo aiuta ad elaborare le proprie impressioni. E, ovviamente, avrebbe diritto in ogni momento di chiedere un aiuto psicologico.
La cura pastorale passa dal cuore
La situazione descritta è frequente. La cura pastorale è estremamente importante, perché senza, il mondo sarebbe più buio. E anche se ogni caso è differente dall’altro, alcune regole alle quali si deve attenere la cura pastorale sono chiare ed inequivocabili:
Questi pochi punti elencati mostrano che le abilità per una buona cura pastorale si devono imparare. È una missione per tutti quelli che operano in questo campo.
Il prossimo articolo di questa serie tratterà la cura pastorale dopo un’interruzione di gravidanza.
Autore: Peter Johanning, Katrin Löwen
Data: 09.03.2022
Categorie:
Fede