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Dall’altra parte della creazione

Poco prima del servizio divino in favore dei defunti, l’aldilà sembra particolarmente vicino. Ma cosa si può dire senza dubbio di quest’altro mondo? Ecco delle risposte tratte dalla Bibbia e dal Catechismo.

 
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“La Bibbia afferma a più riprese l’esistenza di un modo invisibile, di domini, di percorsi, di stati e di esseri che si trovano oltre il mondo materiale”. È così che inizia il capitolo 3.3.1.1 del Catechismo della Chiesa Neo-Apostolica (NdT: non disponibile in lingua italiana), intitolata ‘La creazione invisibile’”. È il tema della prima domenica di novembre, dopo che i servizi divini del mese di ottobre abbiano trattato i differenti aspetti e punti di vista della creazione visibile.

Il simbolo niceno-costantinopolitano descrive ciò che si intende: “Crediamo in un solo Dio, il Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra, dell’universo visibile ed invisibile.” (CCN-DR 72 e seguenti). Questo mondo invisibile è attestato a più riprese nelle Sacre Scritture.

 

Parlare solo con immagini

Il termine “aldilà”, spesso utilizzato, indica chiaramente che questo mondo si trovi aldilà della capacità percettiva umana. Mentre l’uomo, grazie al progresso tecnologico, rende visibile e descrivibile gran parte di ciò che è nascosto all’occhio nudo, la creazione invisibile di Dio, l’aldilà, rimane fuori dalla comprensione umana e non può essere descritta con questi criteri.

La Bibbia usa tuttavia un linguaggio figurativo per fare dichiarazioni sulle cose invisibili. Seguendo queste immagini, si può dedurre quali elementi fanno parte della creazione invisibile:

  • Il regno dove siede Dio (Apocalisse 4 e 54)
  • Gli angeli (CCN-DR 73 e seguenti)
  • L’anima immortale dell’uomo (CCN-DR 92)
  • Il soggiorno dei morti (CCN-DR 531 e seguenti)

 

Legami molto stretti

La creazione invisibile è intimamente legata alla creazione visibile. Così l’essere umano è un’entità composta dallo spirito, dall’anima e dal corpo. Mentre il corpo terreno è effimero, lo spirito e l’anima continuano a vivere. È ciò che scrive Paolo ai Corinzi: “Poiché le cose che si vedono sono per un tempo, ma quelle che non si vedono sono eterne.” (II Corinzi 4, 18).

Mentre il corpo terreno sparisce, gli esseri umani conservano oltre la morte le caratteristiche e le esperienze del mondo visibile. Così, l’uomo conserva la sua personalità (CCN-DR 541) e anche la posizione che ha verso Dio durante il suo soggiorno sulla terra. Questo ha delle ripercussioni sull’esistenza nell’aldilà. Il desiderio di avvicinarsi a Dio, o, al contrario, il bisogno di un’indipendenza totale dal Creatore continueranno a segnare il pensiero e l’azione.

 

I sacramenti quaggiù e nell’aldilà

In Gesù Cristo, Dio stesso si è fatto uomo e ha dovuto affrontare la morte terrena e subirne tutti i dolori e le sofferenze derivanti. Per Cristo, tutto ciò di cui l’uomo ha bisogno per trovare la salvezza è stato instaurato. Così, bisogna essere battezzati di acqua, ricevere il dono dello Spirito Santo con l’imposizione delle mani di un apostolo vivente e professare sempre di nuovo il sacrificio di Gesù durante la comunione dei credenti. I sacramenti istituiti da Cristo hanno sempre un aspetto materiale e visibile e un lato invisibile: il segno visibile e l’operare invisibile di Dio.

Questo vale anche per le anime prigioniere dell’aldilà. Di conseguenza, all’interno della Chiesa Neo-Apostolica, i sacramenti sono dispensati a persone vive al posto dei defunti, affinché possano usufruirne i defunti desiderosi di salvezza. Ad esempio, durante il Battesimo di acqua, l’atto visibile è compiuto su persone vive al posto dei defunti, l’effetto invisibile si sparge in seguito sulle anime desiderose di salvezza nell’aldilà.

 

Insieme per tutti

Il comandamento dell’amore per il prossimo include anche il prossimo “invisibile”. I discepoli di Gesù sono chiamati a testimoniare l’amore di Dio con le loro parole e le loro azioni alle persone che incontrano sulla terra. Questa missione riguarda anche le persone nell’aldilà. Infatti, dopo che Cristo ha portato il sacrificio, lo stato delle anime nell’aldilà può evolvere verso il bene. La salvezza si può quindi anche ottenere dopo la morte fisica (CCN-DR 543).

Ecco perché i cristiani neo-apostolici intercedono per i defunti, convinti che Dio voglia salvare tutti gli uomini di tutti i tempi. Proprio come il mondo materiale visibile, che è stato rovinato dalla caduta dell’uomo nel peccato e che ha bisogno di redenzione, anche i defunti aspettano la redenzione, che si compirà nella nuova creazione.

È precisamente prima dei servizi divini in favore dei defunti che si stabilisce uno stretto legame tra i vivi e i morti. I due “mondi” si presentano davanti al loro Creatore, lodandolo e ringraziandolo, e lo pregano di aiutare le anime non redente.

 

 

Fotografie: ArtushFoto - stock.adobe.com
Autore: Simon Heiniger
Data: 03.11.2022
Categorie: Fede